E’ la fine di novembre 22, quando arrivano altre quattro riproduzioni su tela, di opere del pittore seicentesco Girolamo Troppa, che vanno ad arricchire la piccola pinacoteca S. Sebastiano a Rocchette.
Le prime due (entrambe olio su tela 98 x 73 – ca 1669) sono dipinti, dove il nostro Girolamo Troppa riprendendo lo stile e la tecnica del maestro Pier Francesco Mola, ritrae il poeta Omero e l’apostolo Pietro; senz’altro si tratta di due delle opere migliori nell’ambito della ritrattistica da cavalletto, presentando una scioltezza della pennellata, fluida e scorrevole, che colloca l’autore tra i migliori pittori di tocco del tempo; fanno parte entrambe della collezione del Re Ferdinando III di Danimarca ed ora sono custodite presso lo Statens Museum for Kunst di Copenaghen.
La terza è la riproduzione della Pietà con Vergine Addolorata (Olio su tela 83,5 x 179 – c.a. 1681) un capolavoro rimasto “nascosto” agli sguardi per circa 320 anni all’interno della sagrestia della cattedrale di Alatri, sopra un bancone nei pressi del quale i sacerdoti si raccolgono in meditazione e preghiera per prepararsi con il dovuto raccoglimento alla messa. La riscoperta della firma si deve al Prof Mario Ritarossi, che nel 2017 analizzando il dipinto l’ha individuata, nascosta in una delle estremità del quadro, tanto da risultare quasi invisibile ad occhio nudo (cosa frequente nei quadri del Troppa), rendendo così certa l’attribuzione dell’opera, già ipotizzata negli anni precedenti da altri studiosi, ma ancora dubbia. Un vero gioiello di qualità ed esecuzione magistrale, equamente diviso tra la classica esecuzione del corpo di Cristo realizzato con una nitida e notevole perfezione anatomica e la figura della Vergine più barocca, realizzata con dei colori strabilianti e una bellissima intima posa, con il candido fazzoletto che raccoglie le lacrime che le rigano il volto.
Ultima riproduzione è l’Adorazione dei Pastori (Olio su tela 250 X 175 – 1665-70 conservata presso la pinacoteca civica di San Severino Marche) che è considerata come uno dei capolavori dell’artista rocchettano, frutto di una sua individuale composizione e costruzione artistica, anche se qualche studioso (ma non in modo assoluto) vede in questa opera chiesastica, l’influenza del pittore Giacinto Brandi (1621 -1691), con il quale Girolamo ha spesso collaborato; nella pala, la Vergine con il Bambino in grembo, in una stalla con mangiatoia e fieno è circondata dai pastori che portano animali in dono e si prostrano in adorazione. Sullo sfondo un paesaggio con alberi, una pianura e colline in lontananza, sono presenti inoltre sul lato sinistro due figure in secondo piano di cui una ricorda proprio il San Pietro penitente (raffigurato specularmente)